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giovedì 12 settembre 2013

GERDA TARO – SCATTI ALL’OMBRA DI UN MITO

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di Silvio Zappi

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Gerda Taro, dinamitardi repubblicani nel distretto di Carabanchel a Madrid, giugno del 1937

Gerda Taro (pseudonimo di Gerta Pohorylle) nasce in Germania nel 1911. Viene definita come tra le prime fotoreporter di guerra e viene ancora oggi ricordata soprattutto per il suo impegno politico legato all’antifascismo. Ebrea e di famiglia borghese, viene arrestata nel 1933 con l’accusa di propaganda contro il regime nazista e attività sovversiva; una volta in libertà trova presto rifugio in quella Parigi degli anni ‘30 sede di un entusiasmo artistico e culturale alimentato dalle motivazioni di svariati artisti, intellettuali e fotografi di tutto il mondo.

È proprio a Parigi che incontrerà l’uomo della sua vita, Endre Friedmann, un fotografo ungherese, ebreo anche lui e due anni più giovane di lei, in cerca di affermazione. Un fotografo come ce ne erano molti, ma che Gerda tramutò in leggenda. Fu lei, infatti, a proporre a Friedmann un accorgimento mediatico-commerciale di successo inventando un fantomatico fotografo, e fingersi (lei con lo pseudonimo di Gerda Taro) quali assistenti dell’inesistente personaggio. Purtroppo lo stratagemma portò la fama internazionale solo per colui che, da li a pochi anni divenne il più grande fotoreporter di guerra di tutti i tempi – il nome del fotografo era infatti Robert Capa.

clip_image002Ben presto Gerda e Endre iniziarono a guadagnare soldi firmando le proprie foto con il marchio “Capa-Taro”, ma successivamente Friedmann adottò lo pseudonimo solo per sé staccandosi professionalmente da Gerda. Ancora oggi si ha difficoltà ad attribuire in maniera corretta alcuni scatti, tanto che si è dubitato anche del più controverso e famoso scatto di Robert Capa, icona della guerra civile spagnola, “Il miliziano morente”. Nel 1936, firmato il contratto con i periodici “Regards” e “Vu”, entrambi partirono per documentare attraverso una fotocamera la guerra civile spagnola. Fu proprio in questo contesto che Gerda ha potuto percorrere il breve percorso da fotoreporter, raccontando storie che la videro impegnata anche come partecipante attiva accanto ai combattenti. E proprio in ritirata da Brunete (comune nei dintorni di Madrid), dove realizzò il suo ultimo e più importante reportage, che Gerda perse la vita qualche giorno prima di compiere 27 anni. Una vita finita troppo in fretta a causa di un banale quanto cruento incidente in strada, che ha fatto di Gerda la prima donna fotoreporter a morire sul campo, una sorte che l’accomunerà, qualche anno più tardi, al suo compagno Robert Capa.

Una donna vissuta all’ombra di un mito e che fino a qualche anno fa veniva ricordata solo per essere stata accanto a Robert Capa. Solo negli ultimi anni si è iniziato a dare il giusto risalto alle qualità umane e professionali di Gerda Taro e sono state pubblicate alcune sue biografie. Nel 2010 è stato scritto un romanzo sulla relazione dei fotografi Capa-Taro, dal titolo “Istantanea di un amore” (di Susana Fortes) e nel 2012 il gruppo musicale inglese (Alt-J) ha composto il brano “Taro” (contenuto nell’album An Awesome Wave) dedicandolo alla fotografa tedesca.

Oggi Gerda Taro è sepolta nella zona dedicata ai rivoluzionari e alla Resistenza, vicino al noto Mur des Federès, del famoso cimitero parigino di Pere Lachaise dove, nel giorno dei suoi funerali Pablo Neruda e Louis Aragon lessero, davanti a 200 mila persone, il discorso funebre.

Per approfondimenti:

http://www.storicamente.org/06_dibattiti/gerda-taro/fugenzi_print.html

http://gruppodilettura.wordpress.com/2009/04/30/robert-capa-e-gerda-taro-la-fotografia-come-narrazione/

http://www.enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=30#n

http://it.wikipedia.org/wiki/Gerda_Taro

http://mimmogerratana.wordpress.com/2013/06/19/corpi-che-parlano-immagini-che-si-fanno-idea-le-foto-di-gerda-taro/

http://www.liquida.it/gerda-taro/

©2013 fotobiettivo.it / silvio zappi



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